And in the end, just let it be

Per un fischio d’inizio, ce n’è sempre uno di fine partita. Sto per abbandonare il campo tedesco dove ho trascorso gli ultimi sette mesi tra Düsseldorf e Colonia. Una parabola di questo 2012 di nostra vita che porterò per sempre nel cuore. Allo scoccare di questa mia avventura in Germania, lo scorso maggio, mi chiedevo quante esperienze avrei vissuto: nel bene e nel male, posso dire di tornarmene in Italia con un bagaglio di emozioni impossibile da quantificare, difficile da descrivere. Ci proverò pubblicando il mio ultimo post da italiano all’estero, a poche ore da un volo che mi riporterà in Patria tra incertezze e la voglia matta di ricominciare di nuovo. Che sia l’Italia o il resto del mondo non importa: sono convinto che un altro luogo, nel tempo e nello spazio, mi stia già attendendo per la prossima partita da giocare come sempre a viso aperto e con la giusta dose di paura da portarsi in tasca.

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Ricomincio da…

Ne è passato di tempo dal mio ultimo post, e tante cose sono successe che, nel bene e nel male, ricorderò per tutta la vita. Quasi due mesi di inattività virtuale, tra agosto e settembre, ricchi però di emozioni ed esperienze vissute in Germania e Italia. Ebbene sì, di mezzo c’è anche la mia amata, odiata Italietta che per quasi due settimane mi ha ospitato lo scorso agosto per le prime vacanze estive in salsa italiana da quando mi sono trasferito in Germania. E’ stato un po’ strano ritornare a casa col pensiero che un’altra casa (quella tedesca) mi avrebbe aspettato alla fine del periodo di ferie (c’è una prima volta per tutto!). Caldo al limite del sopportabile, sole, mare, pizza, mozzarella: tutti luoghi comuni che ho avuto finalmente modo di toccare con mano dopo un’estate meteorologicamente grigia e piovosa qui a Duesseldorf. I pranzi in famiglia e le serate con i migliori amici mi hanno rigenerato, facendomi tornare nella mia seconda casa con più forza e motivazione di prima. Devo ammettere che all’inizio non è stato facile riabituarmi alla solita routine quotidiana: appena atterrato a Colonia, infatti, un tempaccio mi ha accolto – per modo di dire – come se avesse sentito proprio la mia mancanza.

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Keep the train running…

Giusto un anno fa partivo con i miei cari amici Giuseppe e Stefano per un fantastico viaggio InterRail in giro per mezza Europa: da Salerno a Vilnius passando per Germania, Ungheria, Austria, Slovacchia, Polonia, Repubblica Ceca, Danimarca, Svezia, Finlandia, Estonia, Lettonia e Lituania. Un viaggio in treno, nave e bus indimenticabile. Prima della nostra partenza aprimmo un blog per scrivere delle nostre avventure che ci sarebbero capitate: oggi, esattamente un anno dopo, a rileggere Keep the train running mi vengono quasi le lacrime agli occhi. Nell’ultimo post scrissi:

Ci vuole coraggio per restare nel proprio paese per cercare di cambiare in prima persona le cose. Forse questo coraggio a me manca, e non so se riuscirò mai ad averlo. Non so cosa sarà di me. Il 2012 potrebbe essere l’anno decisivo per molti dei miei più cari amici. Spero che ognuno di loro trovi la giusta strada alla ricerca della pura felicità di vivere. Io, Stefano e Giuseppe l’abbiamo trovata in 25 giorni di viaggio incessante, nella speranza di non perdere mai quell’ardore che ci ha spinto stazione dopo stazione, nazione dopo nazione, città dopo città verso quel sogno di una cosa che ogni essere umano custodisce nel profondo del proprio cuore. Ora l’Italia ci attende a braccia aperte insieme agli ultimi sgoccioli di una estate meravigliosa che non dimenticheremo tanto presto.

Non avrei mai immaginato, un anno dopo, di trovarmi all’estero per lavoro, qui in Germania a Dusseldorf: il 2012 per ora mi sta riservando tante belle cose, come me le auguro per tutti i miei più cari amici. Don’t stop believing folks, and keep the train runnning forever and ever!

Fratelli d’Italia

Sono trascorsi un po’ di giorni dal mio ultimo post tedesco. Sarà stato il poco tempo a disposizione per scrivere, la pigrizia, la stanchezza accumulata oppure soltanto la necessità di collezionare nuove conoscenze ed esperienze qui a Dusseldorf, a farmi rallentare l’aggiornamento di questo mio spazio virtuale che mi sta accompagnando da inizio maggio. Sono appena trascorsi quasi due mesi dal mio arrivo, e mi sembra che il tempo fuori e dentro di me sia schizzato via in un attimo. Quasi non ho avuto il tempo di riflettere su tutto quello che mi sono trovato a vivere finora: è proprio vero che quando ci si diverte la vita scorre come se nulla fosse, come se la noia fosse soltanto un brutto ricordo del passato. Oggi mi ritrovo in un Paese con i controcoglioni, organizzato, ospitale, moderno, a misura d’uomo. Peccato per il clima, spesso davvero inospitale: ma a volte penso che la mancanza del sole aiuti i tedeschi a goderselo ancor di più quando ricompare tra le fitte nuvole del cielo.

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Bigger than Life

Non me la sarei mai aspettata una roba del genere. Dopo quattro concerti – il primo a Firenze nel 2003, poi a Bologna, Caserta e Roma nel 2009 – Bruce Springsteen mi ha letteralmente lasciato senza fiato dopo quasi quattro ore di musica rock’n’roll, soul, blues, folk in uno Stadio San Siro di Milano stregato dalla forza ineguagliabile della E Street Band. Insieme a mio fratello Marco e ai cari amici Stefano e Paolo, abbiamo assistito a una scaletta di canzoni impressionante: quasi non credevo alle mie orecchie mentre il Boss del New Jersey ci regalava 33 pezzi dei suoi album migliori, dal primo all’ultimo. E invece era tutto vero, tutto davanti a noi e a pochi metri dal nostro Dio in terra, asserragliati nel pit vicino al palco dopo un’attesa per entrarci (tra l’altro anche senza braccialetto) di quasi 12 ore. Come a dire: per il Boss questo ed altro.

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Vita da Italians

Fra poche ore mi accingerò a tornare in Italia per la prima volta dopo l’inizio di questa mia nuova avventura in salsa tedesca a Dusseldorf in Germania. Sarà un ritorno strano, tanto inaspettato quanto desiderato. Non tornerò nella mia hometown Salerno bensì nella città che negli ultimi due anni di vita italiana mi ha ospitato nel bene e nel male: Milano.

Forse sarà la prima volta che ci tornerò con il sorriso sulle labbra, e per questo devo ringraziare il Boss Bruce Springsteen che giovedì prossimo si esibirà in concerto allo Stadio San Siro insieme alla sua mitica The E Street Band. Non vedo l’ora di rivederlo dal vivo insieme a mio fratello Marco e ai cari amici Stefano e Paolo. L’emozione è forte, la carica tanta e non c’è fatica che tenga che mi impedirà di prendere un aereo subito dopo una giornata di lavoro per raggiungere a tarda sera la mia amata, odiata Milano.
Arrivederci Dusseldorf: ma solo per poco, soltanto per poco.

P.S. Ho intitolato questo post Vita da Italians perché qualche giorno fa ho avuto il grande piacere di veder pubblicata sul forum Italians del Corriere della Sera una mia lettera scritta a Beppe Severgnini poco prima di partire per la Germania. Eccola:

Ciao Beppe, e un saluto a tutti gli Italians in giro per il mondo. Gli ultimi mesi sono stati duri per me alla ricerca forsennata di un impiego decentemente retribuito. Ho 27 anni, un tesserino da giornalista professionista in tasca, e il desiderio di lavorare per non pesare più sulle spalle dei miei genitori. Leggo, viaggio, scrivo per diverse testate. Tante le esperienze di stage (ovviamente non retribuite) svolte tra Roma e Milano. Da qualche mese, però, ho detto basta a tutte le offerte di tirocinio gratuite. Dopo diversi colloqui che all’inizio mi avevano fatto ben sperare di trovare qualcosa qui in Italia ma poi naufragati in un nulla di fatto, ho cominciato a inviare il mio curriculum anche all’estero. Alla fine il destino ha voluto che cominciassi una nuova esperienza in Germania. Non penso che l’Italia mi mancherà, soprattutto durante i primi mesi. Di certo partirò con la convinzione di lasciare un Paese ricco di potenzialità, ma pieno di mascalzoni che lo impoveriscono giorno dopo giorno tra ruberie e scandali di ogni genere. Un saluto a tutti gli Italians di Dusseldorf, e a chi vorrà contattarmi per darmi una mano nell’ambientarmi in quella che Napoleone definì nel 1811 la piccola Parigi. A presto Germania, addio Italia.

Grazie mille Beppe, e grazie a tutti gli Italians in giro per il mondo che mi hanno scritto, mi hanno letto e, spero, mi leggeranno ancora sulle pagine di questo blog da Italiano a Dusseldorf. In bocca al lupo amiche e amici, sempre e comunque con la nostra cara Italia nel cuore!

Primo barbiere tedesco

Non parlava una parola di inglese, ho chiesto a un’amica di Dusseldorf di scrivermi un messaggio in tedesco per farlo leggere al barbiere che alla fine ha capito come volevo farmi tagliare i capelli, devo dire anche grazie all’aiuto di un altro cliente che qualche parolina in inglese la sapeva. Risultato: la mia testa è sana e salva!

Independence Day

Aggiornamento veloce della mia nuova vita qui a Dusseldorf, in Germania. Ieri ho ricevuto il primo stipendio e devo dire di esserne molto orgoglioso: lavorare, infatti, vuol dire anche essere retribuiti e non solo fare volontariato attraverso stage che spesso non portano a nulla, come troppe volte mi è capitato di fare in Italia, tra Roma e Milano, per adempiere ai miei impegni universitari. Peccato aver ricevuto la prima busta paga lontano dal mio Paese, in un altro dove tutto sembra essere perfetto (ma la perfezione alla fine non esiste), e dove tutto mi appare almeno per ora come un progetto pianificato dal destino appositamente per me.

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Feels like Home

Prima corsetta nel parco vicino casa. Davvero un bel parco, abbastanza grande, un polmone verde in mezzo alla città che a Salerno posso anche sognarmi. Andare a fare un po’ di jogging mi fa sentire a casa, e se mentre corro mi capita di ascoltare della buona musica l’Italia non sembra così lontana. Ieri ho deciso di caricare sul mio lettore mp3 alcune canzoni dall’album Tracks di Bruce Springsteen. Ascolto il pezzo Frankie e quasi mi viene la pelle d’oca: piano, sax, armonica, tastiere, c’è tutto il Boss che amo in questa track!

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